La critica che vede nell’opera di Kafka soltanto una desolata registrazione dei meccanismi attuali del potere e dell’annichilimento subito dagli individui sottoposti, legge soltanto la traccia lasciata dal pennino che rileva lo sciame sismico, la sua onda di superficie, senza provare a rintracciare gli strati geologici profondi da cui ha origine lo sconvolgimento. Trovare un substrato mitico nell’opera di Kafka, non delegittima per nulla il suo attacco ai sistemi repressivi della società, ma, attraverso la comparazione dell’ancestrale con il contemporaneo, cerca di comprenderne i meccanismi nascosti e prova a fare chiarezza sulle costanti che non recedono e che in certe condizioni pullulano e colpiscono in maniera più forte.
Paolo Gera (1959): vive fra Carpi, Genova e Parigi. Dopo essersi laureato in Lettere moderne con Edoardo Sanguineti, si è dedicato all’insegnamento e in particolare all’Intercultura. Ha svolto attività drammaturgica e teatrale con il gruppo di ricerca Koinè e ha fondato con Alessandra Gasparini il Teatro della Pozzanghera. Suoi articoli e racconti sono apparsi su vari blog e riviste, fra cui L’indice dei libri del mese, Il Segnale, Steve, Menabò, Cartesensibili, Versante Ripido, Casamatta, Blanc de ta nuque, Laboratori Poesia, Nazione indiana. Ha pubblicato cinque raccolte poetiche: L’ora prima (Rossopietra, 2016), Poesie per Recaptcha (Oèdipus, 2018), In luogo pubblico (puntoacapo, 2019), Ricerche poetiche (puntoacapo, 2021), Scarti alfabetici (Terra d’ulivi, 2024). Nel 2023 ha curato l’antologia Fissando in volto il gelo-poeti contro il green pass (Terra d’Ulivi Editrice) e ha pubblicato la cronaca La ricostruzione di Parigi (ai tempi della presente guerra) (Transeuropa). Sue poesie e racconti sono inseriti in varie antologie. Ha fondato e dirige il blog Fissando in volto il gelo.
Collana:
Lo specchio di Dioniso
Collana diretta da:
Angelo Tonelli