I fenici e Cartagine negli storici del Settecento ed Ottocento europei

La memoria dei Fenici e delle conseguenze stesse del loro polivalente etnonimo è ben presente nella storiografia europea fra la fine del Settecento ed i primi del Novecento. Di questa storiografia il sommo Winckelmann, spesso citato da Vincenzo Natale, sarà fino ai nostri giorni un insostituibile riferimento. L’amore per la propria terra guida l’opera del militellano Vincenzo Natale nella stesura dei suoi Discorsi Sulla Storia Antica della Sicilia, dove, come vedremo, si individuano nei Fenici i primi istitutori di civiltà. Un’opera quella di Natale che segue dopo poco meno di trecento anni le De rebus Siculis decades duae di Tommaso Fazello e poco più di cinquant’anni la traduzione in italiano della Storia generale di Sicilia di Jean Lévesque de Burigny. Con Vincenzo Natale, mancato professore di lingua e archeologia greca all’Università di Catania, vengono in luce quelle memorie siciliane così debolmente venute a prima conoscenza durante il Regno delle Due Sicilie. Per Cartagine Theodor Mommsen, con le sue numerose edizioni italiane, offre agli studi un panorama che ha, inevitabile, sullo sfondo il continuo parallelo con la rivale Roma.

Enrico Acquaro già professore ordinario di Archeologia fenicio-punica nell’Università degli Studi di Bologna, è stato Direttore dell’Istituto per la Civiltà fenicia e punica del Consiglio Nazionale delle Ricerche. Ha insegnato con incarichi nelle università di Cagliari e di Enna, ha tenuto corsi e lezioni in Università europee e del Nord-Africa, ha condotto e coordinato campagne di scavo in Sicilia, in Sardegna, in Spagna, in Algeria, in Tunisia, in Egitto. È stato Vice-Direttore scientifico della mostra tenuta da Palazzo Grassi a Venezia su “I Fenici” nel 1988. È stato direttore scientifico di Byrsa. e, dal 2007 al 2015, direttore editoriale del sito www.fenici.unibo.it. Fa parte dei comitati scientifici delle riviste Archeo, Gerión, Scienze e Ricerche. Dal 2014 è Direttore della Collana “La memoria dei Fenici”. Fra la sua produzione scientifica, più di cinquecento titoli fra monografie ed articoli, figurano studi dedicati ai rapporti di scavi, all’urbanistica, alla storia, all’artigianato, all’archeometria, al trattamento informatico dei dati archeologici, all’iconologia, alla numismatica, alla ricerca bibliografica e alla storia degli studi.